Gli esercizi per la corsa

La corsa è un’attività completa che aiuta il nostro corpo a mantenersi in forma e a liberare la mente dallo stress quotidiano. Come qualsiasi altro sport, richiede non solo energia ma anche una buona dose di attenzione per evitare infortuni durante gli allenamenti e le gare.

Proprio per questo motivo è bene procedere con degli esercizi mirati che consentano di aiutare il nostro corpo a svolgere al meglio l’attività fisica, senza rischiare di compromettere l’intero percorso sportivo.

In questo articolo vedremo assieme alcuni esercizi utili per svolgere in maniera corretta ed efficiente la propria seduta di corsa.

Esercizi di riscaldamento

Per iniziare al meglio l’attività fisica, e in particolare la corsa, è consigliabile scaldare e i muscoli prima di procedere con l’allenamento: bastano 8-10 minuti di stretching dinamico per “svegliare” il nostro sistema muscolare.

Questa piccola regola è valida sia per il runner esperto, sia per quello amatoriale, in quanto permette al nostro corpo di mettersi in moto in modo corretto e a evitare l’insorgere di infiammazioni e di strappi dovuti alla rigidità muscolare articolare.

Per chi va a correre nelle prime ore del mattino questa pratica non è solo consigliabile ma è una buona prassi da seguire, sia in estate che in inverno.

È quindi importante dedicare il giusto tempo per attivare bene il proprio corpo: non scaldarsi prima della corsa può portare il nostro organismo a incorrere in infortuni anche gravi.

Applicando semplici esercizi di mobilità e di allungamento dei principali muscoli delle gambe ma anche delle braccia, potrai iniziare correttamente il tuo allenamento e raggiungere gli obiettivi prefissati.

Esercizi per il potenziamento del corpo

Per poter correre in modo corretto il nostro corpo deve possedere una struttura solida, elastica e reattiva: tutto il nostro sistema muscolo scheletrico deve essere stabile e tonico, mantenendo una postura corretta dall’inizio alla fine dell’allenamento.

Quest’ultimo aspetto è fondamentale per tutte le attività fisiche, ma per la corsa lo è molto di più: una postura dritta durante il running permette al nostro corpo di non sovra caricare parti di questo in maniera eccessiva, causando infiammazioni, dolori e infortuni.

Per mantenere il corpo forte, solido e reattivo è bene integrare agli allenamenti di corsa degli esercizi di potenziamento che consentano ai muscoli delle gambe e delle braccia di rafforzarsi.

Gli esercizi di potenziamento consentono, infatti, di incrementare la forza e la potenza dei muscoli coinvolti durante la corsa e di rendere i tendini e i legamenti più resistenti alle sollecitazioni di trazione e di taglio, riducendo il rischio di infortuni e di incidenti.

Quelli più comunemente utilizzati per rendere più forte il nostro corpo sono:

-       Le flessioni;

-       Rinforzo del core;

-       I drip per i bicipiti;

-       Le estensioni dorsali;

-       Gli squat e gli step up;

-       Gli affondi;

-       Il ponte glutei e i sollevamenti delle gambe.

Eseguendo questi esercizi di potenziamento potrai aumentare le tue performance ed effettuare un allenamento completo per l’intero corpo.

Esercizi per il miglioramento della corsa

Applicare degli esercizi dedicati al miglioramento dell’andatura e della tecnica di corsa ti permetterà di essere maggiormente performante nella tua attività di running.

Con questi movimenti potrai comprendere gli errori che fai durante le tue sedute sportive e migliorare i risultati ottenuti.

Attraverso l’analisi di singole parti dell’andatura, tali esercizi vanno a migliorare il movimento effettuato e permettono al corridore di avere maggiore consapevolezza della propria tecnica di corsa.

Focalizzando l’attenzione sul terreno, sulla postura, sulle braccia e sulla corretta attivazione dei muscoli coinvolti, la corsa prenderà velocità e sarà maggiormente performante, evitando allo stesso tempo il rischio di infortuni e di incidenti durante l’allenamento.

I principali esercizi per il miglioramento del running sono:

-       Camminata e corsa a velocità minima con le ginocchia alte, che consente di apprendere maggiore consapevolezza di quest’ultime durante la corsa;

-       Tripling, che permette di migliorare la frequenza dei passi e la mobilità della caviglia evitando distorsioni durante l’allenamento e le gare;

-       Skipping, che migliora il rimbalzo e l’appoggio del piede, nonché la spinta che le gambe generano durante la corsa.

Questi movimenti permettono al runner di essere maggiormente consapevole del proprio corpo e dei muscoli che vengono attivati durante la corsa.

Assieme a quelli per il potenziamento, incrementano le performance positive del corridore e l’efficacia degli allenamenti preparatori alle gare.

Stretching Post Allenamento

Una volta terminata la sessione di running, il corpo deve essere rigenerato con buona dose di respirazioni profonde e con una serie di esercizi di stretching.

Quindici o venti minuti dedicati agli esercizi di allungamento passivo, sia in piedi che a terra, consentono ai muscoli di rimanere elastici e tonici, fortificando le articolazioni coinvolte.

Gli esercizi di stretching vanno applicati non solo alle gambe ma anche alle braccia, in modo da rigenerare completamente l’intero organismo.

Assieme ad una continua idratazione, aiutano il nostro corpo a riprendere il ritmo quotidiano e a ripristinare le risorse utili per il suo normale funzionamento.

I nostri fisioterapisti sono degli sportivi e sanno quanto sia importante mantenere elastica la nostra muscolatura e raggiungere performance positive sia durante gli allenamenti, sia nelle gare professionistiche e amatoriali.

Anche loro pongono maggiore attenzione agli esercizi di stretching iniziale e finale, di potenziamento e di miglioramento della corsa, dedicando il giusto tempo ad ognuno di questi.

Se vuoi approcciarti alla corsa e interagire con uno specialista della fisioterapia, contattaci e fissa un appuntamento.

Il pavimento pelvico maschile e la fisioterapia

Il pavimento pelvico è molto importante anche per gli uomini e la perdita del tono muscolare o la sua mancata coordinazione può compromettere la qualità della vita del paziente.

Ma quali rimedi può applicare la fisioterapia, consentendo il ripristino corretto del funzionamento di questa struttura muscolare?

In questo articolo tratteremo nel dettaglio il pavimento pelvico maschile e la sua riabilitazione attraverso la fisioterapia.

Il pavimento pelvico maschile e il suo indebolimento

Il pavimento pelvico è composto da legamenti e da muscoli ed è posizionato orizzontalmente nella parte inferiore del bacino, tra il pube e il coccige.

La sua funzione è quella di contenere e stabilizzare tutti gli organi dell’apparato urinario ed escretore, evitando eventuali prolassi vescicali, uterini, intestinali e rettali.

I suoi muscoli consentono le normali attività che vengono svolte quotidianamente come camminare, avere rapporti sessuali e controllare l’incontinenza.

Tali fasce muscolari richiedono, quindi, delle sedute di rilassamento, di allungamento e di allenamento per mantenerli nel tempo più tonici, lunghi e privi di contrazioni.

Negli uomini il pavimento pelvico può perdere la sua corretta funzionalità a causa dell’avanzamenti dell’età, ma alcuni fattori possono incrementarne il rischio anche nei pazienti più giovani.

L’insorgere di problematiche che coinvolgono questo distretto corporeo è riconducibile a:

-       Patologie e dolori cronici, come le ostruzioni prostatiche e la Nevralgia del pudendo;

-       La sedentarietà e il sovrappeso;

-       L’eccessiva ripetitività di movimenti scorretti durante l’attività lavorativa;

-       La stitichezza;

-       Un carico pesante negli allenamenti sportivi come nel sollevamento pesi, nel ciclismo, nel motociclismo e nell’atletica.

Il dolore e il senso di pesantezza sono i sintomi più comuni che possono comparire, ma anche l’ingrossamento della prostata e la pubalgia possono segnalare un indebolimento del pavimento pelvico.

Alla comparsa di questi disturbi è importante consultare un medico competente (urologo) che, una volta valutato gli esami, provvederà alla diagnosi e indirizzerà il paziente a effettuare dei cicli di riabilitazionedi fisioterapia specializzata.

La riabilitazione attraverso la fisioterapia

Negli anni la fisioterapia ha approfondito gli studi sulla zona pelvica e ha delineato nuove terapie meno invasive per i pazienti.

In particolare alcune sedute e allenamenti individuali favoriscono lo sviluppo e il mantenimento della coordinazione tra la respirazione, la muscolatura addominale e quella del pavimento pelvico, in modo da renderlo più elastico possibile.

La riabilitazione del perineo maschile prima e dopo un intervento alla prostata consente di imparare a riconoscere i singoli muscoli interessati e a migliorarne la forza e la corretta funzionalità.

Il fisioterapista specializzato costruisce il percorso di recupero e di riabilitazione del singolo paziente in base alla diagnosi emessa dal medico. 

Tra gli esercizi dedicati al trattamento del pavimento pelvico, i più conosciuti sono quelli ideati dal Professore Paolo Di Benedetto con la chinesiterapia, quelli della ginnastica ipopressiva del Dottore Marcel Caufriez e quelli che applicano la sinergia tra lo yoga e il pilates di Bernadette De Gasquet.

Utilizzati sia per le donne, sia per gli uomini, permettono di ridurre i problemi di incontinenza che possono generarsi dopo un intervento e rafforzano i muscoli pelvici.

Tutti questi esercizi lavorano in sinergia con altri movimenti e trattamenti che lo specialista fisioterapista applica, permettendo il pieno recupero della funzionalità del perineo e migliorando il benessere fisico del paziente.

Attraverso le sedute di fisioterapia dedicate, il pavimento pelvico sarà più forte e tonico e consentirà di:

-       Migliorare il controllo della vescica e dell’intestino;

-       Ridurre i tempi di recupero dopo un’operazione chirurgica;

-       Incrementare le prestazioni,

-       Migliorare la qualità della vita del paziente che potrà svolgere tranquillamente le attività quotidiane.

 

Nello Studio Salutari i nostri fisioterapisti sono specializzati nel trattamento del pavimento pelvico, sia maschile che femminile, e costruiscono un percorso terapeutico e riabilitativo dedicato al singolo paziente.

 Se vuoi saperne di più, contattaci e fissa un appuntamento con i nostri specialisti!

Il Metodo Neurac® e il trattamento della mobilità

I problemi motori e i dolori muscolo scheletrici possono comportare un peggioramento della qualità della vita e mettere a rischio il nostro benessere fisico.

Il Metodo Neurac® è l’aiuto concreto a queste problematiche, riducendo il rischio di eventuali recidive e creando una stabilità e un controllo neuro-muscolare ottimale.

Ma di che cosa si tratta? E quali benefici può portare direttamente ai pazienti?

In questo articolo trattiamo nel dettaglio che cos’è il Metodo Neurac® e quali vantaggi può trarre il nostro paziente attraverso le sedute con RedCord Neurac®.

Che cos’è il Metodo Neurac®

Il Metodo Neurac® è una metodologia terapeutica che tratta i problemi della mobilità del corpo e il dolore causato da traumi e da infiammazioni muscolo scheletriche.

Esso mira al recupero dei normali movimenti della zona trattata, mediante l’applicazione di alti livelli di stimolazione neuromuscolare.

Partendo dai Test di Neurac, si individuano le disfunzioni muscolari del corpo, comprendendo le cause che comportano questi squilibri motori e dolorosi.

In questo modo si va a trattare direttamente la zona colpita in maniera efficace, consentendo al paziente di evitare l’utilizzo massiccio di farmaci che riducono momentaneamente il dolore.

Il fisioterapista specializzato utilizza il Metodo Neurac® per trattare i dolori e le infiammazioni localizzate:

-       Nella schiena e nel collo;

-       Nelle spalle e negli arti superiori;

-       Nell’anca, nelle ginocchia e negli arti inferiori.

Lo scopo di questa metodologia è quello di ottenere il pieno recupero del movimento e liberare la parte trattata dal dolore, migliorandone la funzione motoria.

Ciò avviene grazie alla sinergia che si crea tra il Metodo Neurac® e il terapista che lo utilizza: quest’ultimo, infatti, è in grado di ricercare e localizzare correttamente l’infiammazione che causa l’alterazione della mobilità e ne trova così il nesso (rapporto causa-disfunzione motoria).

Attraverso le sedute terapiche applicate con tale metodo, si riduce il dolore e l’infiammo nella zona trattata e i pazienti possono recuperare completamente la corretta mobilità del loro corpo.

Inoltre è applicabile a pazienti di qualsiasi età e condizione fisica, ottenendo risultati ottimali in breve tempo.

I principali vantaggi

Il trattamento attraverso il Metodo Neurac® applica un approccio terapeutico attivo, con esercizi e allenamenti ben definiti che consentono di ottenere dei benefici davvero consistenti per i pazienti.

Con la strumentazione dedicata RedCord Trainer, il fisioterapista crea delle sedute ad hoc che consentono di esporre il corpo a sollecitazioni continue e costanti, in maniera sistemica e progressiva.

L’obiettivo è quello di migliorare la funzione motoria della zona trattata e recuperare l’abilità del paziente nell’esecuzione dei movimenti.

Il Metodo Neurac® è composto da quattro elementi principali:

-       Esercizi in attivazione globale muscolare con il sistema di sospensione RedCord Trainer;

-       Somministrazione controllata di vibrazioni e/o oscillazioni sulle zone trattate, attraverso le funi;

-       Progressione specifica e graduale dei vari movimenti ed esercizi stabiliti;

-       Applicazione dell’approccio indolore alle attività motorie eseguite.

 Attraverso le strumentazioni utilizzate e l’effetto galleggiante che queste creano, il paziente può svolgere gli esercizi dosando il carico allenante nella zona trattata, facilitando il controllo muscolo scheletrico ed evitando movimenti scorretti che potrebbero causare ulteriori traumi.

I benefici e i vantaggi che i pazienti possono trarre da questa metodologia di trattamento sono:

-       Un miglioramento dei movimenti e della mobilità in generale;

-       Una stabilità e un controllo neuro-muscolare ottimali;

-       Una riduzione del dolore e dell’infiammazione;

-       Un benessere fisico e mentale, con un incremento della qualità della vita;

-       Una condizione fisica ottimale e costante;

-       Una riduzione delle recidive.

 Come puoi vedere il Metodo Neurac® è una metodologia terapeutica molto efficace che permette ai pazienti di recuperare la mobilità e di svolgere tutte le attività quotidiane, senza provare dolore e disagio.

Nel nostro studio il Fisioterapista Specializzato e Docente Fabrizio De Lazzari tratta i pazienti con questo metodo, ideando un percorso terapeutico e riabilitativo dedicato al singolo individuo.

 Se vuoi conoscere in maniera più approfondita il Metodo Neurac® e avere una valutazione dedicata alle tue problematiche motorie, contattaci.

Correre e beneficienza, la nostra missione

L’attività sportiva può essere un catalizzatore del benessere fisico, ma anche un modo per fare del bene attraverso la beneficienza.

Lo Studio e Consuelo Salutari sostengono attivamente alcune attività e organizzazioni no profit partecipando a maratone e a staffette di corsa, e raccogliendo fondi per la ricerca.

Con la partecipazione alla Rome Marathon, abbiamo attivato una raccolta fondi per l’AIRC utilizzando la piattaforma di crowdfunding per le donazioni online Rete del Dono.

In questo articolo ti parliamo del binomio sport e fisioterapia che consente di aiutare in maniera concreta alcune attività sociali dedicate alla salute e al benessere della nostra collettività.

Lo sport, lo studio e la partecipazione alle manifestazioni benefiche

 

Praticare attività fisica consente al nostro corpo di mantenere in allenamento l’intero sistema muscolo scheletrico e di trovare il perfetto equilibrio tra mente e corpo.

Spesso però non ci rendiamo conto che nello svolgere l’attività sportiva assumiamo posture scorrette e mettiamo in pratica dei movimenti sbagliati che possono portare a traumi e/o infortuni.

Ecco perché integrare lo sport con la fisioterapia è fondamentale: attraverso delle sedute specifiche con un professionista dedicato, è possibile prevenire eventuali incidenti traumatici e ridurre i tempi di riabilitazione e di convalescenza di un infortunio.

Relazionarsi con un fisioterapista che pratica direttamente un’attività sportiva è un valore aggiunto per il paziente.

Nel nostro studio i terapisti praticano molti sport e sanno cosa vuol dire rimanere fermi per un periodo a causa di infortuni o dolori cronici alle articolazioni.

Abbiamo così attivato alcune convezioni con società e associazioni sportive, tra cui quella con l’Associazione Sportiva Dilettantistica Jesolo Triathlon, per supportare gli atleti nelle loro attività e per integrare la fisioterapia e lo sport in modo da raggiungere le migliori prestazioni sportive.

E proprio con Jesolo Triathlon, Consuelo Salutari ha partecipato alla Moohrun del 5 marzo 2023, la corsa “muccata” che ogni anno coinvolge migliaia di persone amanti dello sport e del divertimento, e sostiene con una raccolta fondi le attività svolte da ADVAR di Treviso.

Ma l’impegno sociale e sportivo dello Studio Salutari non si ferma qui! Per la Maratona di Roma di domenica 19 Marzo, Consuelo Salutari parteciperà, assieme a Jesolo Triathlon, alla staffetta per raccogliere fondi per l’AIRC – Associazione Italiana Ricerca sul Cancro, attraverso la Rete del Dono.

 Un modo questo per aiutare e per sostenere con lo sport chi lotta contro il cancro ogni giorno.

La rete del dono e il nostro progetto 

La Rete del Dono è una piattaforma di crowdfunding per la raccolta di donazioni online a favore di progetti di utilità sociale gestiti da enti e associazioni no profit.

I donatori possono sostenere le attività benefiche di questi enti attraverso tre modalità:

-       Effettuando una donazione diretta online a favore delle associazioni no profit presenti nel portale di Rete del Dono;

-       Partecipando direttamente ad un’iniziativa di raccolta fondi organizzata da un sostenitore (personal fundraiser);

-       Invitando amici e familiari a donare, così incrementando un circolo virtuoso di solidarietà.

Con l’intento di unire la passione per lo sport e la voglia di aiutare il prossimo, Consuelo Salutari ha deciso di partecipare alla staffetta della Rome Marathon del 19 marzo e attivare una piccola raccolta fondi dedicata all’AIRC attraverso la Rete del Dono.

Un piccolo gesto che può però fare la differenza e aiutare l’AIRC nella ricerca di nuove soluzioni per combattere il cancro.

E come dice Consuelo “Un piccolo gesto di ognuno di noi può cambiare la Vita di molte persone. Sosteniamo la ricerca scientifica per la lotta contro il cancro e uniti arriveremo al traguardo della vittoria.”

Se anche tu vuoi fare la differenza con una piccola donazione, ecco il link per la nostra raccolta fondi:

https://www.retedeldono.it/it/iniziative/fondazione-airc/consuelo.salutari/sosteniamo-con-un-dono-la-ricerca-airc

Uniamo lo sport e la salute per fare del bene!

IL METODO RIVA

Il Metodo Riva è un metodo che permette, grazie alla strumentazione Delos, di valutare l’influenza dell’informazione propriocettiva, visiva e vestibolare sul controllo posturale e sul movimento in varie situazioni sensoriali e di appoggio.

Da più di 20 anni, il Dr. Dario Riva e il suo gruppo di ricerca hanno studiato l’interazione tra il piede e il suolo, tra l’uomo e la gravità, scoprendo che la stabilità dell’appoggio monopodalico basata sul controllo propriocettivo è indicativa della sicurezza e dell’efficacia dei movimenti umani.

Sulla base di questi principi, è stato sviluppato un sistema e una metodologia (Riva Method) che esalta le potenzialità dell’allenamento propriocettivo.

Principi di funzionamento del Metodo Riva?

Il controllo posturale viene gestito da tre sistemi, ognuno con caratteristiche proprie e importanza fondamentale. L’integrazione delle strategie che ogni sistema garantisce ci permette di stare in equilibrio.

Quando uno di questi tre sistemi viene compromesso, ne consegue un deficit di equilibrio e un maggiore rischio caduta. Questi tre sistemi sono:

Il Sistema Visivo, che perde efficienza con la dimunzione della vista e diviene altamente inaffidabile in caso di situazioni dove la luce è scarsa. Spesso la vista è inoltre “occupata” da altri compiti, quali il seguire un’azione o un oggetto (ad esempio un’auto quando si cerca di attraversare la strada e nel mentre si scende dal marciapiede).

Il Sistema Vestibolare (orecchio interno) è una vera e propria emergenza, che assicura l’equilibrio del corpo registrando la posizione e il movimento della testa nello spazio.

Il Sistema Propriocettivo, costituito da innumerevoli sensori all’interno di muscoli, tendini, legamenti, capsule articolari… efficiente, rapido, va incontro se non utilizzato a una pericolosa sindrome da disuso.

Con il Metodo Riva e Delos Postural Proprioceptive System si misura l’influenza delle informazioni propriocettive, visive e vestibolari sull’efficacia e la sicurezza dei movimenti antigravitari, dal cammino ai gesti sportivi più complessi e portarli al massimo livello possibile.

Benefici del Metodo Riva?

Il Metodo Riva ha dimostrato che con il sistema Delos è possibile ottenere una notevole riduzione degli infortuni acuti e cronici con un significativo miglioramento della qualità e sicurezza dei movimenti in tutte le situazioni in cui sono compromessi, quali post infortunio traumatico agli arti inferiori, patologie a carico del piede, ma anche a carico del rachide. Evidente è la possibilità di definire l’insorgenza di un futuro rischio di caduta 10-15 anni prima che diventi manifesto, consentendo di anticipare e rendere molto più efficace l’intervento di prevenzione cadute.

Il Metodo Riva nella prestazione Sportiva

Per la sua straordinaria efficacia nella prevenzione degli infortuni e nello sviluppo della performance, il Metodo Riva con Delos Postural Proprioceptive System è scelto da 20 squadre NBA (tra cui Golden Warriors, Sacramento Kings, Utah Jazz, Dallas Mavericks), da 4 università americane per i loro atleti dei college, da US Air Force e da molti atleti (campioni mondiali e olimpici) di varie discipline sportive.

Ma che cos’è Delos?

Delos è un sistema computerizzato, ideato dal professor Dario Riva. Nasce nel 1997 come evoluzione elettronica delle tavole di legno basculanti di Freeman e diventa ben presto un sistema innovativo per valutare e allenare il sistema propriocettivo in maniera veloce, Delos consente l’introduzione di una nuova metodologia per valutare e sviluppare il controllo propriocettivo e la stabilità monopodalica con aggancio visivo, somministrando instabilità ad alta frequenza.

I diversi test (statico, dinamico, stabilometrico, ecc) e la possibilità di una verifica in tempo reale, fornita da un’immagine grafica che appare in tempo reale sullo schermo del pc (parte integrante della pedana DELOS), consentono al paziente ed anche al terapista di monitorare i vari esercizi, ottimizzando gli sforzi ed accelerando il recupero.

Quando è indicato il Metodo Riva?

I bambini, gli atleti, le persone normali e gli anziani beneficiano del Metodo Riva con Delos.

Nei bambini:

·       per un corretto allineamento posturale e per il trattamento dei paramorfismi della colonna vertebrale

Negli anziani:

·       traumi come distorsioni o lesioni che hanno annullato o diminuito i propriocettori articolari

·       dopo un intervento chirurgico

·       rischio cadute

·       tendinite achillea

·       fascite plantare

·       artrosi

·      osteoporosi

·       lombalgie

Negli sportivi:

·       Migliora le prestazioni

·       Previene gli infortuni

·       Ritorno all’attività sportiva dopo un infortunio

Nelle persone normali:

·       Recupero post-traumatico di caviglie, ginocchio e anca

·       Trattamento della lombalgia sub-acuta e cronica

·       Tendinopatie, tendini d’achille, rotuleo, muscoli peritrocanterici

È consigliato in caso di patologie neurologiche come:

·       Morbo di Parkinson

·       Ictus

·       Sclerosi multipla

Come si svolge una seduta con Delos?

Il paziente, in tenuta sportiva, sale sulla pedana e si posiziona sulla tavola oscillante con uno od entrambi i piedi, in base al tipo di test od esercizio richiesto dal fisioterapista. Davanti alla pedana è posizionata una barra orizzontale alla quale il paziente può appoggiarsi durante gli esercizi. Dietro di essa c’è un monitor sul quale appariranno le immagini dei tracciati creati dai movimenti dei piedi sulla pedana: questi piccoli spostamenti vengono registrati e rielaborati dal software del pc collegato e forniscono un feed-back visivo che permette al paziente di disegnare sullo schermo dei tracciati o seguire dei percorsi prestabiliti, verificando in tempo reale la correttezza dell’esercizio.

Possono venire effettuati:

·       Test di Riva Statico (monopodalico)

Valuta il controllo propriocettivo, la dipendenza visiva e il rischio di caduta e infortuni.7

Durata: 3 minuti.

·       Test di Riva Dinamico (monopodalico)

In condizioni di instabilità ad alta frequenza, il test quantifica il controllo visivo-propriocettivo.

Durata: da 6 a 9 minuti secondo il livello di difficoltà.

·       Test di Fukuda-Alpini

Il test valuta la stabilità della testa e del tronco durante la marcia (2 DVC richiesti).

·       Test stabilometrico (bipodalico)

Il test valuta la stabilità bipodalica in diverse condizioni sensoriali.

Durata: 50 secondi.

·       Test di Riva Dinamico (seduto)

Il test valuta la stabilità funzionale della colonna.

Durata: 2 minuti 40 secondi.

Tutti i test forniscono referti immediati con interpretazione da parte del fisioterapista dei risultati. I test statici e dinamici evidenziano i differenti livelli di rischio infortunio e di limiti prestazionali. L’instabilità insorgente, che è predittiva del futuro rischio di caduta, può essere scoperta 10 anni prima che diventi evidente.

LA RIABILITAZIONE DELL'ARTROSI DELL’ANCA

L’artrosi colpisce, oltre al ginocchio, l’anca (coxartosi) in quanto è una delle principali articolazioni messe sotto pressione dai nostri movimenti quotidiani.

La maggior parte del nostro peso è infatti caricato su di essa e alcune abitudini possono compromettere il suo normale funzionamento

Ma come può essere trattata la coxartosi? E quali strumenti può utilizzare il fisioterapista per riabilitare l’articolazione compromessa?

L’ARTROSI ALL’ANCA

L’artrosi all’anca (coxartosi) è una patologia degenerativa che colpisce l’articolazione dell’anca e che provoca un dolore cronico.

Può manifestarsi con dolori lievi ma costanti che interessano la zona interiore della coscia, con un mal di schiena persistente e una mobilità limitata e rigida.

Con il tempo, proprio per la sua caratteristica degenerativa, il dolore diventa persistente e si acutizza creando una maggiore sensazione di rigidità e difficoltà nei movimenti e nel camminare.

Quando il dolore si presenta in maniera costante è fondamentale agire subito e contattare un medico specializzato. Infatti, Il dolore non può essere curato solo con farmaci, ma è importante comprendere quali sono le cause che generano dolore e rigidità dell’articolazione. In questo modo sarà possibile attivare un processo di riabilitazione personalizzato e completo.

Un ortopedico sarà in grado, attraverso una visita specialistica e con esami clinici mirati, di comprendere se si presenta l’artrosi all’anca o se sussistono altre cause che portano al dolore cronico.

Nel caso dell’artrosi valuterà la terapia più adeguata e, assieme ad un fisioterapista specializzato, costruirà un percorso riabilitativo dedicato e su misura per il paziente.

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QUALI TRATTAMENTI APPLICARE ALL’ARTROSI ALL’ANCA?

Dopo la valutazione medica dell’ortopedico, il fisioterapista prepara un accurato percorso riabilitativo che consentirà il recupero dell’articolazione compromessa.

Il trattamento dell’artrosi all’anca vede principalmente due strade da percorrere: i trattamenti con esercizi fisioterapici e terapia manuale, e i trattamenti di Tecarterapia.

Per ridurre i dolori che interessano l’anca, gli esercizi fisioterapici saranno principalmente di rinforzo del quadricipite e dei glutei, di mobilitazione e di mantenimento della funzionalità dell’articolazione. Questo percorso permetterà di rinforzare ed allungare i muscoli degli arti inferiori interessati dall’artrosi. È importante mantenere il movimento e praticare attività sportiva costante e appropriata alla patologia.

Per l’artrosi all’anca, così come per quella che interessa il ginocchio, praticare uno sport a basso impatto come la camminata o la bicicletta consente all’articolazione di mantenere la sua funzionalità.

La Tecarterapia è un ulteriore pratica che il fisioterapista può decidere di applicare per ridurre il dolore e rendere più rapida la guarigione dell’articolazione compromessa.

Si avvale di un macchinario che, attraverso cariche elettriche, stimola i tessuti e la vasodilatazione producendo calore direttamente dall’interno della zona trattata. Grazie al maggiore flusso di sangue, il dolore si riduce progressivamente aiutando la guarigione.

 

Nel nostro studio, il lavoro sinergico tra l’ortopedico e la fisioterapista consente di realizzare dei percorsi riabilitativi efficaci che consentono la riabilitazione conservativa e quella post intervento dell’articolazione dell’anca. 

Se vuoi saperne di più, contattaci e fissiamo un appuntamento con i nostri specialisti.

IL CICLISMO e LA FISIOTERAPIA

Svolgere un’attività fisica costante aiuta a prevenire particolari patologie e a mantenere il nostro sistema muscolo scheletrico in forma. Tra i principali sport, il ciclismo è l’attività sportiva i cui vantaggi sono preziosi per la nostra salute. 

La bicicletta ci consente di prevenire e curare tante malattie tra cui l’obesità e il diabete (sia gestazionale che quello di tipo 1). Assieme alle sedute di fisioterapia, la pedalata è un ottimo strumento per la riabilitazione e la rieducazione delle articolazioni e dei muscoli delle gambe.

Ma vediamo più approfonditamente come questa attività sportiva, in sinergia con le sedute di fisioterapia, aiuta a mantenere il nostro corpo in perfetta salute.

IL CICLISMO, UN AMICO DELLA NOSTRA SALUTE

Lo sport ci consente di mantenere in allenamento l’intero sistema muscolo scheletrico e di trovare il perfetto equilibrio del nostro corpo. Il ciclismo, sia quello sportivo professionale che quello amatoriale, aiuta a prevenire alcune patologie tipiche del ginocchio, come ad esempio l’artrosi, ma anche a contrastare alcune malattie come il diabete e l’obesità.

Proprio per queste particolari patologie, il ciclismo è un rimedio “naturale” per ridurre i livelli di insulina e per aiutare la perdita di peso. È uno sport che è adatto a tutte le età e che può generare tanti benefici al sistema cardiocircolatorio e al metabolismo. La scelta di svolgere questa attività sportiva va comunque discussa con il medico curante e con il terapista.

Il ciclismo aiuta il recupero e la riabilitazione dopo un intervento chirurgico che interessa le articolazioni. Anche con la protesi al ginocchio, infatti, è consigliabile andare in bicicletta per aiutare il recupero completo dell’articolazione. 

Essendo uno sport a basso impatto può essere praticato tranquillamente da persone che hanno subito un’operazione chirurgica di inserimento protesi al ginocchio o all’anca.

Assieme ad una corretta postura ed una serie di sedute svolte con un fisioterapista specializzato, la bicicletta è un ottimo mezzo per la riabilitazione e permette al paziente di recuperare in breve tempo l’articolazione coinvolta. 

LA FISIOTERAPIA PER IL CICLISTA

Per chi pratica il ciclismo, sia a livello agonistico che a livello amatoriale, è bene fare attenzione ad alcuni accorgimenti.

In primis la postura. Sembra banale ma la nostra postura può incidere, oltre che nei risultati agonistici, anche nei benefici che questo sport può generare. Tenere la schiena curva o irrigidire la zona delle spalle, ad esempio, neutralizza i vantaggi che si ottengono perché aumentano le infiammazioni nella zona superiore del nostro corpo.

È quindi fondamentale porre attenzione alla postura e fare un percorso posturale dedicato con il proprio fisioterapista.

Inoltre salire in sella senza aver fatto stretching può portare ad infortuni di gravità variabile che possono interessare sia i muscoli che le articolazioni delle gambe.

Attraverso le sedute di ginnastica e riabilitazione posturale, il fisioterapista può delineare un insieme di esercizi dedicati che consentono al ciclista di ottenere maggiori benefici da questo sport.

 

Come abbiamo visto il ciclismo aiuta a prevenire e a curare diverse patologie e a ottenere in tempi brevi una riabilitazione completa dell’articolazioni coinvolte da infortuni e operazioni chirurgiche.

Interagire con un fisioterapista è molto importante: un professionista che conosce bene lo sport è un valore aggiunto per il paziente. Nello Studio Salutari i fisioterapisti praticano attività sportive e conoscono molto bene le criticità che si possono riscontrare ma anche i benefici che si possono ottenere con un’attività fisica costante. 

Il nostro studio ha attivato alcune convezioni con società e associazioni sportive, tra cui quella con lAssociazione Sportiva Dilettantistica Jesolo Triathlon, per supportare gli atleti nelle loro attività e consentire a loro di integrare fisioterapia e sport per raggiungere le migliori prestazioni sportive.

LO STUDIO SALUTARI E IL TRIATHLON

Domenica scorsa il nostro studio ha supportato l’evento internazionale organizzato dall’Associazione Sportiva Dilettantistica Jesolo Triathlon. 

Con i nostri fisioterapisti, abbiamo assistito gli atleti di triathlon durante tutta la gara. I partecipanti all'evento internazionale che si è svolto a Caorle, sono stati circa 800 uomini e 176 donne.

Conosciamo bene il mondo dello sport: pratichiamo nuoto, corsa, ciclismo e arrampicata, e sappiamo quanto sia importante interagire con un fisioterapista dedicato all’attività sportiva. Un professionista che conosce bene lo sport è un valore aggiunto per l’atleta. 

Proprio per questo motivo abbiamo attivato alcune convezioni con società e associazioni sportive, tra cui quella con l’Associazione Sportiva Dilettantistica Jesolo Triathlon.

 Supportiamo gli atleti nelle loro attività per consentire a loro di integrare fisioterapia e sport per raggiungere le migliori prestazioni sportive. 

 Ecco qui alcune foto dell’evento!

GRAVIDANZA TRA FISIOTERAPIA E PSICOLOGIA

La sinergia tra fisioterapia e psicologia viene intensificata in particolari periodi della vita di una persona come, ad esempio, durante la gravidanza. Il lavoro comune che viene svolto consente alla futura mamma di ottenere un benessere fisico e mentale utile nella fase del parto e per il periodo dell’allattamento.

Ma vediamo come la le due discipline affrontano assieme questo periodo speciale della vita della donna.

La fisioterapia durante la gravidanza: la Rieducazione perineale

Durante la gravidanza e con il parto, il corpo della donna subisce dei cambiamenti fisici molto importanti che possono, a volte, compromettere il normale funzionamento dei muscoli coinvolti.

Ed è proprio per questo che attivare fin dai primi mesi un percorso terapeutico dedicato consente di rendere la muscolatura coinvolta flessibile e a prevenire eventuali traumi durante il parto.

La riabilitazione pelvi perineale è quella branca della fisioterapia che si occupa del benessere del perineo, cioè quella struttura muscolare posta al di sotto del nostro bacino che previene il prolasso pelvico. 

Le sedute svolte con la fisioterapista consistono in una serie di esercizi di rinforzo e rilassamento muscolare, nonché di consapevolezza del muscolo stesso: molte persone, infatti, non sono a conoscenza di tale muscolatura.

Per la donna la rieducazione perineale è fondamentale perché consente di ridurre i dolori muscolo scheletrici tipici della gravidanza, di ottenere una certa flessibilità utile al parto, un recupero completo della muscolatura e un rapido recupero dall’incontinenza che si può presentare dopo la nascita del bambino.

Svolgere gli esercizi con una fisioterapista professionista è importante perché grazie alle sue competenze tecniche può delineare la giusta direzione e generare dei vantaggi utili non solo nel periodo della gravidanza ma anche nei mesi successi.

Un lavoro di questo tipo è poi supportato dall’aiuto di un’altra specialista, la psicologa.

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Il supporto psicologico durante la gravidanza e il parto

Durante la gravidanza non solo il corpo cambia, ma anche la mente viene stravolta: la routine non è più la stessa, gli sbalzi d’umore sono frequenti e le responsabilità si diversificano. 

Il supporto di una psicologa è molto importante in questa fase della vita perché aiuta la futura mamma a prendere consapevolezza di questi cambiamenti e a superarli con tranquillità e serenità.

Attraverso un percorso dedicato, si accompagna la donna lungo tutto il periodo della gravidanza e del post parto, supportandola con attività di gruppo e individuali. Ed è proprio in questo processo che intervengono le competenze tecniche della fisioterapista.

Definendo assieme una metodologia di lavoro, costruiscono un percorso composto di sedute in cui vengono attivati corpo e mente. Con il cosiddetto piano funzionale posturale e fisiologico, entrambe vanno a lavorare sulla correzione di posture errate, sulla respirazione diaframmatica profonda, sulla rieducazione perineale allentando le tensioni muscolari e ammorbidendo il tono della parete dell’utero e della pelvi.

Grazie al lavoro combinato di queste due esperte, la futura mamma prende consapevolezza del proprio corpo che cambia e riesce a gestire al meglio l’ansia e lo stress che sopraggiungono.

 

Nel nostro studio questo processo viene attivato per dare alle donne in gravidanza conforto e sostegno, sia a livello fisico che a livello mentale. Le nostre specialiste in fisioterapia e in psicologia lavorano in sinergia per fornire un aiuto concreto.

Se vuoi conoscere in maniera più approfondita questo percorso e fissare un appuntamento con le nostre esperte, contattaci.

LO SPORT E LA FISIOTERAPIA: IL NUOTO

Praticare attività fisica consente al nostro corpo di mantenere in allenamento l’intero sistema muscolo scheletrico e di trovare il perfetto equilibrio tra mente e corpo. Spesso però non ci rendiamo conto che nello svolgere il nostro sport preferito assumiamo posture scorrette e movimenti sbagliati che possono portare a traumi banali o a volte gravi.

Ecco perché, integrare l’attività fisica con la fisioterapia è fondamentale. In questo articolo andiamo nel dettaglio nello sport più completo e utile per il nostro corpo, il nuoto e il suo rapporto con la fisioterapia.

IL NUOTO, UNO SPORT COMPLETO PER LA NOSTRA SCHIENA

Il nuoto è definito come uno degli sport più completi in quanto i suoi benefici si ripercuotono sull’intero sistema muscolo scheletrico.

A differenza di molti altri sport viene praticato in acqua, la cui densità sappiamo essere simile a quella del nostro corpo, e ciò permette di effettuare i movimenti e gli esercizi con sollecitazioni nettamente ridotte.

Questo consente movimenti più liberi ai muscoli della schiena e  un carico inferiore rispetto agli esercizi svolti a terra. Il movimento risulta più fluido e lo sforzo minore, anche se il dispendio di energia è maggiore.

 Inoltre, essendo un’attività aerobica, permette un coinvolgimento completo del corpo: ed è quindi fondamentale per le persone affette da patologie dolorose alle articolazioni e ai muscoli.

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FISIOTERAPIA E NUOTO

Conosciamo bene i benefici del nuoto, ma accompagnato da una serie di terapie mirate consente un recupero rapido dagli infortuni subiti, nonché di eventuali patologie dolorose come il mal di schiena o la cervicalgia.

Lo sportivo, sia amatoriale che professionista, si trova ad essere soggetto a stiramenti che possono compromettere mesi di allenamento.

Molte volte questi traumi possono essere prevenuti facendo esercizi di stretching dedicati, mantenendo una corretta postura durante l’attività sportiva e controllando i movimenti fatti.

Ma spesso capita che avvengano anche in situazioni non prevedibili. Ed è per questo motivo che la fisioterapia è utile sia per prevenire eventuali traumi ma anche per riabilitare e ridurre i tempi di convalescenza di un infortunio.

Inoltre interfacciarsi con un fisioterapista dedicato all’attività sportiva è molto importante: un professionista che conosce bene lo sport è un valore aggiunto per il paziente.

Nel nostro studio i fisioterapisti praticano sport come il nuoto, la corsa, la bici e l’arrampicata sportiva e sanno cosa vuol dire rimanere fermi per un periodo a causa di infortuni o dolori cronici alle articolazioni.

Abbiamo così attivato alcune convezioni con società e associazioni sportive, tra cui quella con l’Associazione Sportiva Dilettantistica Jesolo Triathlon, per supportare gli atleti nelle loro attività e consentire a loro di integrare fisioterapia e sport per raggiungere le migliori prestazioni sportive.

I RUNNERS E IL FREDDO, COME EVITARE LE LESIONI CAUSATE DALLA STAGIONE INVERNALE

Correre all’aperto è uno sport che aiuta il corpo e la mente anche nel periodo invernale. Migliora la resistenza fisica e rafforza il sistema immunitario, nonché aiuta a contrastare stati d’animo negativi e lo stress. È fondamentale porre attenzione nello svolgere tale attività, perché le basse temperature possono portare il nostro corpo ad incorrere in alcuni infortuni.

Ecco alcuni consigli utili e pratici per continuare a svolgere l’attività sportiva della corsa anche durante l’inverno.

IL FREDDO E IL CORPO IN MOVIMENTO

Con le basse temperature tipiche dell’inverno, il nostro corpo tende ad irrigidirsi, i muscoli perdono la loro elasticità e il sangue diventa maggiormente viscoso riducendo la sua capacità di trasportare l’ossigeno ai muscoli.

Questo determina un indebolimento delle strutture motorie e di sostegno del nostro corpo. Le ginocchia, le caviglie, la zona lombare, le anche e tutta la catena muscolare anteriore e posteriore diventano come il vetro: deboli, fragili e soggetti ad eventuali traumi.

È quindi fondamentale prendere delle precauzioni per evitare strappi e contratture che possano danneggiare la nostra muscolatura.

SCALDARSI SEMPRE PRIMA DI USCIRE A CORRERE

Sia al runner esperto che a quello amatoriale è consigliabile scaldarsi prima di uscire. Basta preparare il proprio corpo con 8-10 minuti di stretching dinamico e attivo. Per chi va a correre nelle prime ore del mattino questa pratica non è solo consigliabile, ma una buona prassi da seguire.

È importante dedicare il giusto tempo per attivare bene i propri muscoli e il proprio corpo: non scaldarsi prima dell’attività fisica può portare il nostro organismo a incorrere in infortuni anche gravi.

Semplici esercizi di mobilità e allungamento dei principali muscoli possono essere il giusto modo per partire con il proprio allenamento.

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SCARPE SEMPRE AL CALDO

Le scarpe, assieme all’abbigliamento, hanno una certa importanza nell’attività sportiva della corsa. Scegliere la giusta calzatura permette al runner di correre con un’andatura corretta e a sorreggere tutto il corpo dalle vibrazioni create durante il movimento.

D’inverno è si consiglia di tenere le scarpe al caldo e all’asciutto per evitare che la mescola dell’intersuola si irrigidisca, riducendone drasticamente la capacità di ammortizzazione.

Se ciò accade, le vibrazioni che si creano durante la corsa vanno a scaricare su tendini, articolazioni e muscoli generando contratture ed eventuali strappi.

STRETCHING POST ALLENAMENTO

Una volta terminato il proprio allenamento di corsa, il corpo deve essere rigenerato con buona dose di respirazioni profonde e con una serie di esercizi di strechting. Quindici o venti minuti dedicati agli esercizi di allungamento passivo (in piedi e a terra) consentono ai nostri muscoli di rimanere elastici e tonici e a fortificare le nostre articolazioni.

Assieme ad una continua idratazione, aiutano il nostro organismo a riprendere il ritmo quotidiano e a ripristinare le risorse utili per il suo normale funzionamento.


Correre è un’attività completa che aiuta il nostro corpo a mantenersi in forma e a liberare la mente dallo stress quotidiano. Come qualsiasi altro sport, richiede non solo energia ma anche una buona dose di attenzione per evitare infortuni banali e gravi.

I nostri fisioterapisti sono degli sportivi e sanno quanto sia importante mantenere elastica la nostra muscolatura. Anche loro durante l’attività sportiva invernale pongono attenzione e dedicano del tempo sia agli esercizi pre-allenamento che a quelli post-allenamento.

PERCHE’ LA GINNASTICA POSTURALE E’ IMPORTANTE

La postura influisce molto sulla salute delle nostre articolazioni, in particolare sulla nostra colonna vertebrale, e prendersene cura è fondamentale per evitare stati dolorosi acuti. Ci viene in aiuto una disciplina che ha proprio come obiettivo quello di mantenere attivo il movimento articolare e di tonificare la muscolatura: la Ginnastica Posturale.

 Ma che cos’è la Ginnastica Posturale? E perché è così importante per le nostre articolazioni?

Ginnastica Posturale, una disciplina che fa bene al corpo

La Ginnastica Posturale è un insieme di esercizi che fanno lavorare i muscoli statici e dinamici del nostro corpo, coinvolgendo le strutture deputate al sostegno e al movimento. Ha come obiettivo quello di ristabilire l’equilibrio muscolare attraverso lavori dedicati al miglioramento della postura statica e dinamica.  

Grazie a questi esercizi possiamo migliorare la rigidità articolare e muscolare, e ridurre il dolore localizzato.

Tale disciplina è indicata sia per gli stati dolorosi acuti che per scopi preventivi, quando nella storia clinica del paziente sono presenti episodi di mal di schiena, cervicalgia o dolori articolari.

L’educazione e la rieducazione posturale sono utili a qualsiasi età, sia nei bambini che negli adulti, sportivi o meno. Ed ha benefici non solo a livello muscolo-articolare ma anche a livello psicologico riducendo lo stress e aumentando la capacità di concentrazione grazie ad esercizi dedicati alla respirazione.

Esercizio e costanza, l’importanza della Ginnastica Posturale

Utilizzata come tecnica riabilitativa per ristabilire l’equilibrio del corpo, la Ginnastica Posturale consente di recuperare e rieducare il nostro organismo anche dopo un intervento chirurgico.

 Inoltre rieducando la postura è possibile agire su una moltitudine di fattori:

  • Sull’elasticità muscolare e sulla mobilità articolare spesso limitata dalla sedentarietà della vita quotidiana;

  • Sulla forza e sulla resistenza dei muscoli e del sistema cardio-respiratorio;

  • Sulle abilità motorie limitate o compromesse da patologie o da incidenti gravi;

  • Sulla rieducazione respiratoria indispensabile per il nostro organismo;

  • Sulla capacità di concentrazione e gestione dello stress.

È una terapia che richiede costanza, tempo ed esercizio, ma che porta dei risultati ottimali già dalle prime sedute. Fondamentale per ottenere benefici concreti è affidarsi ad uno specialista come un fisioterapista che attraverso le sue competenze può delineare il giusto percorso rieducativo.

Hai bisogno di consultarti con un nostro specialista? Contattaci e fiseremo un appuntamento il prima possibile.

Seguici nel nostro account Instagram e scopri la Rubrica “Esercizi Posturali”, puoi trovare brevi video con i principali esercizi per la Ginnastica Posturale.

LA GESTIONE DEGLI INFORTUNI AI TESSUTI MOLLI

La riabilitazione degli infortuni ai tessuti molli, siano essi legamenti o muscoli, può essere davvero complessa. Nel corso degli anni vari acronimi si sono succeduti per guidare la gestione di tali infortuni: da ICE a RICE, successivamente PRICE fino ad arrivare a POLICE. Tuttavia tutti questi approci si sono sempre focalizzati sulla gestione acuta dell’infortunio, ignorando sfortunatamente le fasi sub-acute e croniche del processo di guarigione dei tessuti. Un nuovo acronimo ha fatto capolino nella letteratura negli ultimi mesi, incorporando una gestione a 360° del processo riabilitativo: da principi di cura immediata dell’infortunio (PEACE) fino alle fasi più tardive della riabilitazione (LOVE). PEACE & LOVE sottolinea l’importanza di educare il paziente e di tenere in considerazione i fattori psicologici e sociali che favoriscono il recupero. Mentre i comuni farmaci anti-infiammatori da banco si dimostrano avere un certo risultato per ridurre il dolore ed aumentare la funzionalità, questo acronimo segnala il loro potenziale effetto nocivo nel processo di guarigione ottimale dei tessuti. Si raccomanda quindi che essi non vengano inclusi nella gestione standard di infortuni ai tessuti molli.

SUBITO DOPO l’INFORTUNIO...E PACE SIA!

P per Protection (Protezione). Limita il movimento per 1-3 giorni per ridurre il sanguinamento e rischiare di peggiorare l’infortunio. Il riposo dovrebbe essere comunque ridotto al minimo in quanto un riposo prolungato può compromettere la forza e la qualità del tessuto. La durata del riposo dovrebbe invece essere stabilita in base al dolore che viene percepito.

E per Elevation (Elevazione). Sollevare l’arto al di sopra del livello del cuore per favorire il deflusso di liquidi interstiziale al di fuori dei tessuti.

A per Avoid anti-inflammatory modalities (Evitare anti-infiammatori). L’infiammazione è un processo biochimico che avviene proprio per aiutare i tessuti danneggiati a ripararsi. Di conseguenza, cercare di ostacolarla od inibirla tramite l’uso di farmaci può influire negativamente sulla guarigione a lungo termine dei tessuti, specialmente se utilizzati in dose elevate. Anche l’utilizzo del ghiaccio è molto dibattuto, nonostante il suo utilizzo dopo un infortunio sia pratica comune in tutto il mondo. Il suo effetto è principalmente analgesico ed anch’esso potenzialmente in grado di ostacolare il processo di infiammazione, portando quindi ad una guarigione non ottimale del tessuto danneggiato.

C per Compression(e). L’applicazione di una forza esterna tramite una benda od una fasciatura aiuta nel limitare la formazione di edema all’interno dell’articolazione o del muscolo.

E per Education (Educazione). Qualsiasi tipo di paziente dovrebbe essere educato dal proprio fisioterapista riguardo i benefici di un approcio attivo al recupero. Trattamenti passivi come elettroterapia, terapia manuale o agopuntura nella gestione immediata dopo l’infortunio si sono rivelate avere un effetto insignificante sul dolore e la funzionalità, se non controproducente nel lungo termine. Un’educazione appropriata sul tipo di infortunio e sulla gestione del carico evitano una medicalizzazione eccessiva della persona, riducendo quindi la somministrazione di terapie non necessarie. La cura magica non esiste!

DOPO I PRIMI GIORNI...ALL YOU NEED IS LOVE!

L per Load (Carico). Un approcio attivo fatto di esercizi e movimento beneficia maggior parte dei pazienti con disturbi muscoloscheletrici. Il carico meccanico dovrebbe essere introdotto nella fase iniziale della riabilitazione e le attività della vita quotidiana riprese non appena il dolore lo consente. Un carico ottimale senza esacerbazione del dolore infatti facilità la guarigione dei tessuti e li rende forti.

O per Optimism (Ottimismo). In poche parole...chi pensa di guarire bene e velocemente avrà dei risultati migliori e più veloci. Emozioni negative come paura o cattivo umore rappresentano degli ostacoli nel processo riabilititivo e sono spesso associate a risultati negativi.

V per Vascularisation (Vascolarizzazione). L’allenamento cardiovascolare rappresenta una pietra miliare nella gestione degli infortuni muscoloscheletrici. Infatti se eseguito senza dolore dovrebbe essere iniziato pochi giorni dopo l’infortunio in quanto stimola l’apporto di sangue ed il buon umore, oltre ad avere una funzione analgesica.

E per Exercise (Esercizio). Sempre più forti sono le evidenze scientifiche per l’uso dell’esercizio per recuperare mobilità, forza, propriocezione e ridurre il rischio di recidive. Un lieve fastidio od un dolore minimo sono consentiti

Referenze:

Dubois B, Esculier J-F. Br J Sports Med 2020;54:72–73.

LINFODRENAGGIO : la soluzione per sconfiggere il gonfiore

Per via dei numerosi lavori che ci costringono ad una vita sedentaria, ci troviamo a fine giornata molto spesso a sentirci appesantiti, in particolar modo il gonfiore si concentra sulla gambe per via di una sovrabbondante inattività dei liquidi : questa condizione corporea prende il nome di Edema. Possiamo sconfiggerlo e non essere costretti a conviverci ? Certo, grazie al massaggio linfodrenante.

Si tratta di un trattamento manuale, nato negli anni ’30 grazie agli studi di un noto Kinesiterapista, Emil Vodder, il quale grazie all’aiuto della moglie studiò questa tecnica, la quale consisteva per la prima volta al trattamento diretto del punto infiammato (in tal caso il linfonodo), andando ad eseguire dei movimenti circolari verso l’esterno, aiutando così la linfa a scorrere continuamente e il sistema linfatico a svolgere il suo corretto funzionamento.

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BENEFICI DEL MASSAGGIO LINFODRENANTE

Migliora il sistema linfatico, riduce la tanto odiata cellulite, elimina gonfiori in tutto il corpo. Consigliato a chi ha eseguito interventi chirurgici : al seno, post-traumatici ( riduzione di fratture), intervento di protesi articolari, liposcultura, liposuzione, post distorsioni articolari (caviglia, polso)  e alle donne in gravidanza, soggette al ristagno dei liquidi. Stimola il microcircolo, ha un effetto rilassante, ha un’azione positiva sulle difese immunitarie, è un ottimo metodo da affiancare ad un dimagrimento, è utile sia dal punto di vista medico che estetico e può essere un aiuto per i pazienti oncologici poiché stimola il drenaggio linfatico.

È ADATTO A TUTTI ?

No non lo è, non possono sottoporsi a questo massaggio le persone soggette da patologie infiammatorie come ad esempio : trombosi ed escoriazioni, questo perché tramite il massaggio si trasporterebbero batteri, virus e cellule degenerate, andando a finire nel sangue e disperdendosi per tutto il corpo, aggravando lo stato preesistente.

È DOLOROSO ?

Si tratta di una pratica non dolorosa, la pressione sul punto interessato dev’essere moderata, senza un carico eccessivo. Inoltre, il professionista deve mettere a proprio agio il paziente in modo tale da creare in lui uno stato mentale di rilassamento, il quale andrà ad influire positivamente nel trattamento.

All’interno dello studio è consigliato non avere distrazioni ( es: parlare, suono cellulare, luci alte) ed essere circondati da un ambiente confortevole;  il soggetto, in questo stato di relax riesce ad esercitare più concentrazione su quanto avviene nella cute, poiché in questo modo si liberano i corretti segnali vegetativi a partire dalla pelle.

I RISULTATI DOPO QUANTO SI VEDONO? È NECESSARIO UN MANTENIMENTO?

Come la maggior parte dei trattamenti la quantità di sedute è relativa alla tipologia di tessuto e alle condizioni generali dell’interessato: in genere un paziente completa il suo ciclo di massaggi linfodrenanti dopo 6/8 sedute.  I risultati dal punto di vista funzionale ( es : senso di leggerezza e aumento della diuresi ) sono riscontrabili già dopo la prima seduta, mentre quelli legati all’estetica ( diminuzione cellulite ) e allo stato di salute ( riduzione dell’edema ) necessitano  di più tempo per essere visibili.

Solitamente è consigliato un ciclo di sedute di mantenimento una volta l’anno.

RICORDA CHE…

A praticare questa tipologia di massaggio sono sempre dei professionisti , poiché le zone da manipolare sono molto delicate : il massaggio linfodrenante va eseguito esclusivamente con l’uso delle mani senza l’aiuto di macchinari. La manipolazione dev’essere a secco senza l’utilizzo di oli o creme particolari, perché vi chiederete ?  Perché l’attrito delle dita è fondamentale per eseguire questo massaggio, con le creme la mano scivolerebbe, in questo caso si ha la necessità di un effetto contrario, poiché grazie alla pressione “pelle su pelle”  si riesce a spingere e a spostare in modo corretto i liquidi sottostanti inattivi .


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… in vista dell’estate non ti resta che provarlo e liberarti finalmente dalla sensazione di gonfiore che affligge il tuo corpo !

IPOPRESSIVA : la ginnastica da scoprire

Cominciamo con il dire che la ginnastica IPOPRESSIVA si dovrebbe conoscere di più, considerati  i suoi innumerevoli benefici per il corpo ! Si tratta di una tecnica nata nel 1980, creata dal Dott. Marcel Caufriez  basata su :

  • stretching miofasciale ( permette di alleviare stress fisico ed emotivo)

  • rieducazione posturale e respiratoria ( corregge una postura errata)

  • neurodinamica ( permette di mobilizzare il sistema nervoso)

  • neurovegetativo ( bilancia il sistema parasimpatico e simpatico)

 

PERCHÈ SI USA IL TERMINE IPOPRESSIVA ?

Questo allenamento consiste nel provocare  un abbassamento istantaneo della pressione intra-addominale e intra-toracica. Il diaframma toracico si rilassa notevolmente attivando di riflesso i muscoli del pavimento pelvico e gli addominali.

 

COSA OFFRE LA GINNASTICA IPOPRESSIVA ?

Rieducazione posturale, miglioramenti respiratori, migliora la funzione sessuale, riduzione dei dolori di schiena lombari, riduzione della circonferenza della vita e diminuzione della pressione nelle cavità addominale, toracica e pelvica.

 

VERSO CHI È RIVOLTA QUESTA ATTIVITÀ?

Erroneamente si pensa sia rivolta solo al sesso femminile : donne in menopausa, chi ha appena affrontato un intervento chirurgico uroginecologico e chi soffre di incontinenza e prolassi.

In realtà è indicata anche per gli uomini che presentano disfunzioni e dolore neuro muscolo scheletrico , o che hanno subito interventi chirurgici all’apparato urogenitale maschile.

Si rivolge anche alle neo mamme (dopo 2 mesi dal parto) poiché grazie all’ esecuzione degli esercizi permette di riassestare in modo corretto gli organi interni ( che avevano fatto spazio al feto per la sua crescita).  Inoltre allenando la respirazione andiamo a tonificare i muscoli che si trovano in profondità della fascia addominale, gli stessi che avevano perso tono durante la gravidanza. 



PERCHÈ È IMPORTANTE ALLENARE IL PERINEO (o pavimento pelvico) ?

Grazie ad esso riusciamo a controllare numerose azioni quotidiane che diamo per scontato, come ad esempio la regolazione della minzione e della defecazione, la funzione sessuale e la corretta postura del corpo.

 

QUANTO DURA UN ALLENAMENTO DI GINNASTICA IPOPRESSIVA ?

In media ha una durata di 45/60 minuti e si divide in tre parti :

  •   5-10 minuti di riscaldamento respiratorio e neurodinamico

  •  15-20 minuti di sequenza di esercizi ipopressivi

  • 10 minuti di rilassamento e/o meditazione

 

VANTAGGI DELL'ALLENAMENTO REDCORD

Questa tipologia di allenamento consiste nell’esecuzione di esercizi in sospensione , tramite un attrezzo composto da due funi instabili in cui è possibile inserire gli arti e altre porzioni corporee grazie alla presenza di una vasta gamma di fasce e maniglie di varie dimensioni.

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Questo sistema di sospensione permette di eseguire esercizi laboriosi utilissimi per la prevenzione, riabilitazione, ma anche per chi desidera ottenere una forma fisica invidiabile in breve tempo e accrescere le proprie prestazioni sportive.

L’innovazione del Redcord sta nella possibilità di esecuzione di numerosi esercizi con movimenti tridimensionali, tutti in un solo attrezzo; grazie ad esso infatti abbiamo la possibilità di eseguire squat, estensioni, flessioni, ponte, tutto ciò sfruttando come resistenza il nostro peso corporeo.

Come primo passo è necessario verificare il controllo neuromuscolare (differente per ogni atleta e paziente) delle diverse categorie fasciali, successivamente si eseguono esercizi mirati per il ripristino di una corretta funzione motoria.

Grazie all’instabilità data dalle funi abbiamo una ricca fonte di stimolo per il sistema sensomotorio, infatti grazie ad esso avremmo dei visibili miglioramenti del controllo neuro- muscolare e della coordinazione motoria.

Di grande importanza è l'esecuzione degli esercizi, svolti sempre dietro supervisione del fisioterapista.

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  • Permette di ottenere un'ottima forma fisica

  • Rende più fluide le prestazioni sportive

  • Migliora la stabilità

  • Ci aiuta ad acquisire forza e flessibilità

  • Non si prova dolore nelle esecuzioni

  • Non ha limiti di età

Dopo 25 anni dalla nascita di questo favoloso attrezzo possiamo affermare che permette di ottenere risultati più soddisfacenti a differenza degli allenamenti più comuni, il tutto in totale sicurezza.

A San Donà il primo intervento di protesi di spalla con l'impiego del sistema Gps a sensori

Una nuova tecnologia permette di avere una "mappa" della spalla in 3D attraverso dati forniti da una Tac. Così il chirurgo può agire con la massima precisione.

In questi giorni all’ospedale di San Donà di Piave è stato eseguito il primo intervento in Veneto di protesi di spalla con l’ausilio di un navigatore Gps, che in questo caso è acronimo di “guide personalized surgery”. A utilizzare la tecnica innovativa è stato il dottor Massimiliano Susanna, responsabile dell’unità di chirurgia mini-invasiva afferente all’Ortopedia e traumatologia diretta dal dottor Claudio Cereser. «Il Gps permette di impiantare una protesi di spalla con la guida di sensori - spiega Susanna - . La mappa e i percorsi da seguire all’interno della spalla vengono realizzati in 3D attraverso dati forniti da una Tac e ciò consente di guidare la mano del chirurgo con massima precisione, riducendo al minimo il rischio di complicanze». La tecnologia è già utilizzata nella protesica di anca e di ginocchio.

Tecnologia evoluta

In pratica il navigatore è provvisto di telecamere per rilevare dei localizzatori, definiti traker, posizionati  sugli strumenti e sull’osso coracoide della spalla del paziente. Attraverso la comparazione delle immagini Tac, in precedenza acquisite, il navigatore fornisce in tempo reale la posizione esatta degli strumenti e dell’impianto protesico che viene impiantato. Nell’impianto tradizionale di protesi di spalla la prassi prevede una pianificazione preoperatoria con radiografie e scansioni Tac, le quali forniscono al chirurgo indicazioni sulla tipologia di protesi utilizzare e con quale orientamento inserirla. È frequente che le superfici articolari della spalla siano usurate, pertanto il chirurgo può decidere di variare la posizione delle componenti protesiche per adattarle al meglio alle varianti patologiche che di volta in volta si trova dinnanzi. Ma anche il miglior chirurgo possiede i limiti dell’occhio umano.

dott. Susanna

Ottimizzazione grazie al software

Susanna, che è anche componente del Gruppo Italiano Equinoxe, pool nazionale di specialisti per l’impiego del Gps, spiega: «Con il planning della spalla in 3D è stato possibile ottimizzare il posizionamento dell'impianto protesico attraverso l’uso del software. In sala operatoria il caso clinico studiato a computer è stato replicato con la navigazione assistita. Questa tecnologia ci aiuta ad impiantare componenti protesiche nella posizione più appropriata, offrendo il miglior risultato al paziente e una buona longevità della protesi». Carlo Bramezza, direttore dell'Ulss 4, aggiunge: «Con la preparazione, l'aggiornamento professionale e l’impiego delle nuove tecnologie si possono eseguire interventi sempre più performanti come avvenuto in questo caso. Congratulazioni al dottor Susanna e a tutto il suo staff.

Venezia Today

LUSSAZIONE DI SPALLA: gli esercizi utili per tornare a fare sport!

La lussazione di spalla consiste nella fuoriuscita della testa omerale dalla sua sede articolare. Le cause sono principalmente di tipo traumatico, traumi sportivi o accidentali, che si verificano durante una caduta o una trazione sul braccio, con dolore acuto e persistente e impotenza funzionale dell’arto superiore.

La lussazione di spalla è frequente in sport di contatto come rugby, hockey, basket, calcio, sport di lancio, pallavolo, o in sport dove sono frequenti le cadute, sci, pattinaggio. Può avvenire per un contatto brusco tra 2 atleti durante il gioco, una caduta in cui si appoggia la mano a terra con la spalla extraruotata; oppure con un lancio brusco. In alcuni casi è presente una lassità congenita che porta ad una maggiore probabilità di lussazione della spalla. Oltre agli sportivi, un’altra categoria interessata è quella degli iperlassi, soprattutto le donne acrobate che praticano contorsionismo, dove la presenza di capsule articolari e tessuti molli lassi porta a lussazioni anche durante azioni quotidiane non particolarmente aggressive (instabilità multidirezionale).

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COSA FARE DOPO UNA LUSSAZIONE DI SPALLA?

Se la spalla non rientra in sede è indispensabile recarsi nell’immediato in Pronto Soccorso per far ridurre la lussazione da un medico. Vengono eseguiti:

-esame clinico medico

-esami diagnostici per valutare la gravità della situazione (RX, RMN o TAC)

-riduzione della lussazione.

Il medico sceglierà in base alla gravità delle lesioni se operare per ripararle o se fare un trattamento conservativo.

IL TRATTAMENTO CONSERVATIVO DI UNA LUSSAZIONE DI SPALLA

La riabilitazione dopo una lussazione è fondamentale sia per ridurre il rischio di recidive e sia per ripristinare un corretto movimento e dare stabilità alla spalla.

La prima fase consiste in un periodo di immobilità con tutore per dare alle strutture il tempo di ripararsi. Rimosso il tutore è necessario recuperare la mobilità completa della spalla. Successivamente si recupera la forza muscolare e il controllo neuro-motorio. E’ indispensabile la collaborazione tra medico ortopedico e il fisioterapista per conoscere le tempistiche per iniziare a fare esercizi con carichi maggiori senza rischiare complicazioni.

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LETTERATURA SCIENTIFICA E LUSSAZIONE DI SPALLA

La riabilitazione di spalla dopo lussazione è ancora poco studiata. Recentemente il Derby Shoulder Unit, la sezione di chirurgia e riabilitazione della spalla dell’ospedale di Derby, ha testato e pubblicato un protocollo di riabilitazione per le lussazioni non traumatiche di spalla, che consiste in una serie di esercizi con difficoltà graduale da svolgere giornalmente. Gli esercizi sono divisi in due gruppi: il primo lavora sulla forza, il secondo sul controllo muscolare e sulla stabilità. Si esegue un esercizio per ogni gruppo fino a raggiungere l’obiettivo e poi si passa all’esercizio successivo. Ogni coppia di esercizi si ripete 2 volte al giorno dietro controllo del Fisioterapista. Soprattutto nelle prime fasi NO FAI DA TE!

La rieducazione post lussazione sarà un mix di tecniche eseguite dal Fisioterapista, per recuperare la mobilità, ed esercizi svolti in supervisione.

Di seguito gli esercizi (Tratto da Bateman et. Al 2015)

https://youtu.be/pjnuApc7zZM

https://youtu.be/FEawYQd4r1I

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Dott.ssa Consuelo Salutari
























Mal di schiena e bicicletta: esercizi per migliorare la zona lombare

La lombalgia, dalla definizione anglosassone di " low back pain", indica la lombalgia comune, vale a dire quella patologia idiopatica ricorrente che colpisce il tratto lombare della colonna vertebrale caratterizzata da dolore e limitazione funzionale e non attribuibile ad una condizione patologica ben definita.

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E’ una patologia frequente che colpisce anche i ciclisti. Per ovviare a tale condizione è importante prendere in considerazione vari fattori di seguito elencati.

  1. Scegliere la misura della bici. La misura del telaio deve essere presa in base alle misure antropometriche rivolgendosi ad un negozio specializzato.

  2. Regolare la sella in inclinazione, in altezza e rispetto alla distanza dal manubrio

  3. Regolare l’altezza del manubrio

  4. Regolare i pedali

  5. Curare la postura: non assumere una postura in flessione della

    colonna lombare

  6. Avere un buon controllo motorio della zona lombare attivando la muscolatura profonda stabilizzatrice: Multifido e Trasverso dell’Addome

  7. Allenare le braccia, considerato che ammortizzano i cambi di terreno e sorreggono il peso del busto

  8. Durante l’uscita, cambiare appena possibile posizione della colonna, raddrizzando il busto o modificando la posizione del bacino

  9. Prima di salire in bici fare delle estensioni lombari

Alcuni esercizi utili possono essere:

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  • Core-stability

  • Plank mantenendo la posizione per 15 sec, poi 30 sec e poi 1 min per 3-4 ripetizioni

  • Cadute al muro con frenata, e poi sul tavolo, senza modificare la posizione della schiena partire con 20 ripetizioni e arrivare a 50.

    Dott.ssa Consuelo Salutari

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Dito a scatto

Tenosinovite stenosante detto dito a scatto colpisce i flessori della mano , i quali sono provvisti di guaine sinoviali, che in seguito a fenomeni degenerativi ed infiammatori si ispessiscono formando un rigonfiamento.

I tendini dei flessori della mano scorrono all'interno di tunnel fibrosi , detti pulegge, provvisti di guaine per favorire lo scorrimento. Le pulegge trattengono i tendini vicino alle ossa allo scopo di ottenere la flessione delle dita.

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La tenosinovite stenosante produce un rigonfiamento nella guaina, così ogni volta che il tenero deve attraversare la puleggia, vicino al rigonfiamento, la parte stenotica, viene schiacciato con conseguente dolore e si produce lo scatto del dito. Quando il dito scatta produce ulteriore infiammazione e gonfiore, generando un circolo vizioso. A volte il dito è in flessione e diventa difficile e doloroso estenderlo. Le dita più frequentemente interessate sono il pollice, il medio o l'anulare della mano .

Le cause sono da ricercarsi nei microtraumi ripetuti ai tendini flessori e ad un sovraccarico funzionale , ma anche le patologie come artrite reumatoide, diabete e gastrointestinale nello sviluppo della patologia.


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Il trattamento punta a fine lo scatto normale . In prima battuta saranno somministrati farmaci antinfiammatori e applicati tutori per portata l'infiammazione del tendine, insieme al riposo dall'attività manuale. Risulta utile come guanti anti vibrazioni per le attività manuali ripetitive. In caso di mancata risoluzione si interviene chirurgicamente in day hospital per aprire la finestra e liberare il tendine in modo che possa scorrere liberamente. Si esegue fisioterapia per rieducare il movimento in breve tempo e per ripristinare l'uso funzionale della mano .

Dott.ssa Consuelo Salutari